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24 ottobre 1909: con un trattato segreto siglato a Racconigi, il Regno d’Italia e l’Impero zarista si impegnavano a contrastare la crescente influenza asburgica nei Balcani dopo l’annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina nel 1908. L’Italia traeva dall’accordo, oltre ad una conferma del suo status di grande potenza, un ulteriore beneficio: l’assenso russo alle proprie aspirazioni coloniali in Nord-Africa. L’occupazione della Libia e la guerra italo-turca che ne scaturì nel 1911 contribuirono a destabilizzare definitivamente i fragili equilibri su cui da tempo si reggeva l’Impero Ottomano e quanto ancora restava dei suoi domini in Europa. Due guerre ridisegnavano fra 1912 e 1913 gli assetti geopolitici dell’area balcanica, ponendo le premesse per lo scoppio del primo conflitto mondiale. Dopo gli accordi italo-francesi del 1902, l’incontro di Vittorio Emanuele III e Nicola II a Racconigi confermava la volontà del Governo italiano di conquistare nuovi spazi d’azione internazionale, pur nella mai rinnegata fedeltà alla Triplice Alleanza. Attivamente favorita dall’influente ambasciatore di Francia a Roma Camille Barrère, la nuova intesa raggiunta nel 1909 non poteva tuttavia lasciare indifferenti Vienna e Berlino, anche se ormai avvezze ai “giri di valzer” della politica estera italiana. Il complesso equilibrio di potenza orchestrato da Bismarck nel 1878, via via rafforzato da un sistema di alleanze e intese, cominciava a mostrare la corda. Il trattato di Racconigi ne rivelava contraddizioni e debolezze: storici italiani e russi hanno cercato per la prima volta di darne una più complessiva lettura soffermandosi sulle relazioni internazionali in cui esso era maturato, sui principali protagonisti dell’incontro, sulle case regnanti dei due paesi, sull’eco che il viaggio italiano dello Zar ebbe nella stampa.
Informazioni aggiuntive
Autore
a cura di Bartolo Gariglio
ISBN
978-88-89909881
Anno
2010
Pagine
172
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