TIPOTA

Descrizione prodotto

graphic novel di viola lapiccirella e vittoria spada

introduzione 1

Se Odisseo era Nessuno forse Argo era niente… “Io sono, voi siete, ciascuno di noi è Ulisse” scriveva qualcuno in una introduzione all’Odissea tradotta da lei stessa.* Io, più modestamente, sono o mi sento Tipota: niente. Se Ulisse è la sagacia, Tipota è la credulità, il fraintendimento, il fischioperfiasco. Questa piccola storia nasce in Grecia suggerita (anzi, quasi soffiata nell’orecchio) mentre ero semiassopita su una barchetta a motore. Tipota (niente) è un morfema che in Grecia sentivo ripetere spessissimo e in circostanze diversissime. Dal mare la vista in lontananza di una stradina, una macchina che passava, un cagnetto che correva. Ecco come nasce questa esilissima storia fatta (quasi) di niente
V.L.

* Giovanna Bemporad

introduzione 2
A un bambino

Un piccolo cane nero si infila non visto nella borsa di un postino che l’ha posata sul pavimento per andare a mangiare. Il postino si chiama Giovanni. Il cane se l’è tenuto e lo ha chiamato Tipota che in greco significa “niente”. In paese nessuno riceve mai posta. Chiedono a Giovanni: c’è posta? E lui: Niente. E allora Tipota crede che Giovanni parli con lui e scodinzola. Quando Giovanni si ammala il medico che lo visita dice: non posso fare niente. Allora Tipota crede che il medico parli con lui e scodinzola. Quando Giovanni muore, una macchina scura se lo porta via. Allora Tipota ogni volta che passa una macchina scura pensa sia Giovanni che torna. La gente del paese gli porta da mangiare, a Tipota; e lo carezzano. Lui, Tipota, scondinzola e aspetta che torni Giovanni.
V.S.

Immagini di V.L.

Progetto grafico: Partners, Torino ISBN