Chi si avvicina allo studio complessivo dell’ambiente urbano e dei suoi molteplici ecosistemi non può escludere a priori la questione della marginalità, intesa come concetto quasi ageografico, dato che diverse aree marginali si trovano spesso a ridosso dei centri storici e delle più significative attrazioni turistiche urbane.
San Berillo è una piccola area urbana che costituisce un unicum nel suo genere e proprio per questo è difficile adottare best practice che altrove si sono dimostrate efficaci.
Nell’analizzare lo sviluppo della città di Catania nei secoli, e in particolare nel secondo dopoguerra, ci si imbatte nel microcosmo di San Berillo, con la sua storia fatta di progetti mancati, pianificazioni errate e buoni propositi mai realizzati. Ancora aperta è la ferita dovuta al noto sventramento del quartiere condotto alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, generatore di un vuoto urbano che solo in parte è stato colmato, trattandosi in realtà anche di un vuoto sociale e culturale. Questo saggio si pone nella stessa direzione positiva e propositiva di tutte quelle azioni che hanno reso pubblica e affascinante l’immagine di San Berillo: dai cortometraggi alle Web serie, dai video musicali al teatro itinerante, dal talento di una giovane illustratrice a quello dei protagonisti della street art. Il volume è arricchito dalle emozioni personali di chi il quartiere lo vive quotidianamente in varie forme. Un volume pieno di appunti per una rinascita…