In questo volume, gli autori, Stefano Montes e Gaetano Sabato, avviano un dialogo con testi letterari ed etnografici al fine di creare vari rimandi teorici tesi a decentrare alcuni elementi relativi alla concezione classica del sapere, alla sua produzione e ricezione. In controtendenza rispetto a un certo orientamento in antropologia e geografia, utilizzano la nozione di spazio come pretesto iniziale per attraversare eventi ordinari e straordinari e concentrarsi sul divenire spaziale e temporale nella forma più prossima al divenire stesso: 1) il divenire dell’enunciazione a discapito della fissità dell’enunciato; 2) il porsi della continuità a fronte dell’inevitabile riproporsi della discontinuità; 3) il situarsi del processo di soggettivazione-oggettivazione sovente camuffato dal cristallizzarsi dei ruoli acquisiti da soggetti e oggetti. il loro lavoro tende a disorganizzare l’idea stessa di soglia come forma di discontinuità stabile e a dare un incremento di senso alla nozione di divenire, in geografia e in antropologia, contro un’ipotesi monolitica di “disciplinarizzazione” del sapere.