Dalla storia dell’essere alla storia di Dio. Il compito di un’ermeneutica filosofico-religiosa con e dopo Heidegger
Concetto Rossello
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Esaurito
La proposta di una lettura inedita del modo in cui Heidegger intende la metafisica come «storia dell’essere» offre lo spunto per un percorso di confronto con la metafisica. Vedere nella traduzione dell’essere come ousia il lavoro di trascrizione dei logoi del pensiero greco, di composizione del discorso della paideia e del discorso del kosmos (taxis) nel logos ousias, e come evento che consente alla filosofia di aprirsi come metafisica, al discorso ontologico di continuare in quello teologico, significa seguire in una precisa direzione il compito di distruzione dell’ontologia enunciato in Essere e tempo. Attenendoci a questo filo, possiamo comprendere in che modo Heidegger si è portato fuori dall’impianto discorsivo della metafisica, dalla traduzione-trascrizione dei logoi nel logos ousias, e anche intendere il luogo verso cui ci invita a muoverci. La riflessione sulla mortalità, sul «sulla terra», sul chiarore (Lichtung) che non è l’eidos, sul velato e sul ritrarsi, sul gioco del mondo e sul suo venire rimpicciolito nelle cose, che segna il pensiero del tardo Heidegger, ci dice che la zona in cui siamo chiamati a soffermarci, cioè anche il contesto in cui dobbiamo ricomporre i logoi, è quella che guarda all’essente (on) avendo di mira il non essente (me on).
Muovendo da questa lettura, è possibile vedere se il me on, il ridotto o piccolo di essere, abbia una propria costituzione e discorsività, altra da quella ricavabile dal pensiero greco. Tenendo conto che l’apporto narrativo del meontologico è propriamente presente nel pensiero cristiano, e attraverso l’elaborazione di due altri discorsi (quello del ritiro-silenzio di Dio della prima kenosis e del sacrificio-umiltà di Dio della seconda kenosis), è possibile mettere a confronto questi discorsi con quelli dell’ontologia. Il confronto si sviluppa come “ermeneutica delle immagini del divino”, e ha consistenza se determina uno spostamento dello sguardo: dalla «storia dell’essere» alla «storia di Dio».