La sera del 1° giugno 1938 Ödön von Horváth, a 36 anni, fu ucciso a Parigi durante un temporale dalla caduta di un albero. Questo drammaturgo austriaco che nel 1931 era stato insignito del premio Kleist, il più alto della letteratura tedesca, sarà dal 1936 proscritto ed esiliato dalla Germania dal regime nazista.
Nelle tasche del morto furono trovate due cose apparente-men¬te inconciliabili: alcuni versi politico-profetici e delle fotografie pornografiche. Le frivole fotografie furono rapidamente sottratte allo sguardo della madre e della comunità in lutto. I discorsi di commiato, come è comprensibile, presero piuttosto il tono dai versi.
Noi dovremmo oggi saper vedere entrambi: i versi e le fotografie. Perché in questi reperti si cela qualcosa di più che un aneddoto grottesco. Essi potrebbero infatti stare bene in uno dei drammi di Horváth. Come la sua figura oscilla tra quei versi e quelle fotografie, tra morale e istinti, così anche la sua opera ha diverse facce e continuare a sondarle è un compito che non può che affascinarci.
Indice
Introduzione Le facciate e gli abissi. Per una drammaturgia dello smascheramento