Lev Šestov, pensatore russo di origine ebraica, fu una scomoda figure di filosofo per il quale la filosofia, disse Berdjaev, “non era una specializzazione accademica ma una questione di vita o di morte”. Intellettuale ai margini, volutamente anacronistico, estraneo ai facili entusiasmi che caratterizzavano il clima culturale della Russia prerivoluzionaria, elaborò un modello di pensiero e di scrittura in grado di inseguire la vita e di scegliere la precarietà come propria condizione costitutiva.
Raffaella Faggionato insegna Lingua e Letteratura Russa all’Università di Udine. Si occupa di storia delle idee nel contesto della cultura russa dal Settecento i nostri giorni.